Il controllo glicemico può prevenire l’insufficienza cardiaca nei giovani pazienti con diabete mellito di tipo 1
Uno scarso controllo glicemico è associato a complicanze microvascolari e macrovascolari nel diabete mellito di tipo 1, ma non è noto se il controllo glicemico sia associato a insufficienza cardiaca in questi pazienti.
Uno studio ha valutato questa associazione in un’ampia coorte di pazienti con diabete di tipo 1, identificati nel Registro nazionale svedese del diabete.
Sono stati presi in esame tutti i pazienti di età uguale o superiore ai 18 anni con diabete mellito di tipo 1 e senza scompenso cardiaco noto, presenti nel Registro nel periodo 1998-2003.
Il periodo osservazione si è protratto fino alla fine del 2009.
È stata calcolata l’incidenza per categorie in base ai valori di emoglobina glicata A1c ( HbA1c ) ed è stata valutata l’associazione tra le caratteristiche del paziente, inclusa HbA1c, e l’insufficienza cardiaca.
In una coorte di 20.985 pazienti con età media 38.6 anni al basale, 635 pazienti ( 3% ) sono stati ammessi in ospedale con una diagnosi primaria o secondaria di scompenso cardiaco durante un periodo osservazionale mediano di 9 anni, con un’incidenza di 3.38 eventi per 1000 pazienti-anno.
L’incidenza è aumentata in maniera monotonica con i valori di HbA1c, con un intervallo di 1.42-5.20 per 1000 pazienti-anno tra pazienti nella più bassa ( inferiore a 6.5% ) e la più alta ( maggiore o uguale a 10.5% ) categoria di HbA1c.
All’analisi di regressione di Cox, con aggiustamento per età, sesso, durata del diabete, fattori di rischio cardiovascolare e infarto del miocardio basale o insorto e altre comorbilità, l’hazard ratio ( HR ) per lo sviluppo di insufficienza cardiaca è stato pari a 3.98 nei pazienti con HbA1c di 10.5% o superiore, rispetto al gruppo di riferimento dei pazienti con HbA1c minore del 6.5%.
Il rischio di insufficienza cardiaca è aumentato con l’età e la durata del diabete mellito.
Altri fattori modificabili associati a un aumento del rischio di insufficienza cardiaca sono abitudine al fumo, alta pressione sanguigna sistolica e aumento dell’indice di massa corporea.
In un sottogruppo di 18.281 pazienti ( 87% ) che disponevano di dati relativi ai lipidi, un più alto livello di colesterolo HDL è risultato associato a un minor rischio di insufficienza cardiaca, ma non sono emerse associazioni con il colesterolo LDL.
In conclusione, l’associazione positiva tra l’emoglobina glicata e il rischio di scompenso cardiaco nei pazienti giovani con diabete mellito di tipo 1 ha indicato una potenziale prevenzione dell’insufficienza cardiaca mediante il miglioramento del controllo glicemico. ( Xagena2011 )
Lind M et al, Lancet 2011; 378: 140-146
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